A portata di mano

Perché l’Europa, quando c’è l’Africa?

Solo la beata innocenza del ministro Boschi può consentire di presentarsi in televisione con lo sguardo di non sapere di cosa si parla e rassicurare gli italiani che non c’è rischio alcuno dalla situazione della Grecia. Il presidente del Consiglio si è preferito rifugiare nel suo passatempo preferito metafore calcistiche su twitter di cui solo lui capisce il significato, ed il ministro dell’economia Padoan, che oramai sembra ridotto ad un fantasma, preferisce defilarsi il più possibile perché sicuramente sa benissimo a cosa andiamo incontro. Con uno 0,7 di crescita, che non è un dato positivo rispetto al Pil, ed un debito pubblico in continuo aumento, senza una riforma del governo capace di qualche risultato significativo sull’economia reale, il job acts è buono sulla carta, basterebbero i pochi miliardi di credito che abbiamo con la Grecia per mandarci a gambe all’aria. Ma anche se il saldo della bilancia dei pagamenti con Atene fosse in equilibro, il problema del contagio è un altro. Atene non era nelle condizioni di entrare nella moneta unica e noi altrettanto non lo eravamo, come abbia fatto Atene ad entrare non lo sappiamo, ma l’Italia entrò perché aveva il prestigio di Ciampi a cui affidarsi ministro dell’economia che era persino superiore a quello di Draghi. Con la particolarità che Ciampi tempo due anni fu mandare il capo dello Stato, se vogliamo una promozione, ma da quel momento sui conti dell’Italia, se ve la sentita, metteteci la vostra di mano sul fuoco. Perché da parte nostra abbiamo capito sempre meno, o diciamo preferiamo dire di aver capito meno. Abbiamo però capito Cottarelli ed i ministri dell’economia che si sono presentati, soprattutto negli ultimi anni con biglietti da visita altisonanti, privatizziamo qua privatizziamo, là e non hanno toccato niente, sono passati impalpabilmente, come dei gentili viaggiatori per caso. Cottarelli invece lo abbiamo semplicemente dimissionato. La solita pappardella che l’Italia non è la Grecia, ve la risparmiamo. Certo non siamo la Grecia, ma siamo più simili e vicini alla Grecia che alla Germania, per cui se inizia una depurazione dell’euro, dove i paesi che non hanno determinati standard invece di essere soccorsi, o raggiungere un compromesso, sbaraccano, noi saremo prossimi a sbaraccare. Quando poi ci ritroveremo con le nostre lirette ai margini della moneta unica, vedrete che ci accorgeremo di quanto è stretto il mediterraneo che ci separa dal continente africano.

Roma, 30 giugno 2015